[A] Sulla ratio dell’istituto delle riserve negli appalti pubblici, sulle pretese dell’appaltatore che ne devono essere oggetto, sui documenti e tempi nei quali le riserve devono essere apposte e sulla loro rilevabilità in giudizio. [B] Sull’obbligo della stazione appaltante di consegnare all’appaltatore l’area destinata all’esecuzione di lavori pubblici libera da impedimenti alla sua piena utilizzabilità e di predisporre un progetto esecutivo immediatamente cantierabile. [C] Sull’obbligo del committente pubblico di verificare la presenza nel sottosuolo di reperti archeologici da cui possa derivare il rifiuto del nulla osta dalla Soprintendenza all’esecuzione di lavori pubblici e sulla (il)legittimità della sospensione dei lavori disposta dalla stazione appaltante a seguito del rinvenimento di reperti archeologici sotto l’area di cantiere. [D] Sulla (im)possibilità di qualificare come domanda di revisione dei prezzi quella proposta dall’appaltatore di opere pubbliche contenente una richiesta di risarcimento del danno. [E] Sulla (in)operatività della presunzione di accettazione del conto finale non sottoscritto dall’appaltatore di opere pubbliche ove questi abbia agito in via giudiziaria prima della formazione dello stesso conto finale. [F] Sull’(in)idoneità delle riserve apposte nella contabilità dall’appaltatore di opere pubbliche, anche con riguardo a quelle relative alle pretese che sorgono in dipendenza dello svolgimento del collaudo, a costituire formale messa in mora ai fini della decorrenza della rivalutazione e degli interessi.
SENTENZA N. ****
[A] Va evidenziato che, con riferimento alle pretese ricollegabili all'esecuzione dell'opera che comportino un aumento della somma dovuta dall'amministrazione in corrispettivo della detta esecuzione, l'appaltatore deve proporre riserva, nella forma vincolata imposta dalla legge, non appena è possibile, atteso che l'amministraz...